Il dolore a piedi e caviglie è un disturbo molto più diffuso di quanto si pensi. Spesso viene liquidato come una semplice conseguenza della stanchezza, di una giornata passata in piedi o di un paio di scarpe scomode. Tuttavia, non sempre si tratta di un fastidio momentaneo: in molti casi, infatti, il dolore può essere il campanello d’allarme di un problema più complesso che coinvolge muscoli, tendini, articolazioni o persino la circolazione.
Una buona parte della popolazione adulta lamenta regolarmente dolori a piedi o caviglie, con picchi ancora più elevati tra gli sportivi, gli anziani e coloro che svolgono lavori che richiedono lunghe ore in posizione eretta o in movimento. Ignorare questi segnali può portare, nel tempo, a una riduzione della mobilità, a un peggioramento della postura e a un maggiore rischio di infortuni.
Capire le cause alla base del dolore e intervenire tempestivamente è quindi essenziale non solo per alleviare il disagio, ma anche per prevenire danni più seri e difficili da trattare.
Perché fanno male caviglie e piedi? Cause più frequenti
La complessità della loro struttura rende i piedi e caviglie particolarmente vulnerabili a vari tipi di sollecitazioni. Ogni giorno, queste articolazioni sopportano il peso del corpo, si adattano a superfici irregolari e assorbono gli impatti legati alla camminata, alla corsa o ad altri movimenti. Non sorprende, quindi, che dolori in queste zone possano avere origini molto diverse tra loro.
Tra le cause più comuni troviamo i microtraumi ripetuti, legati ad attività sportive o lavorative svolte senza adeguato riscaldamento o recupero. Anche una postura scorretta o l’uso prolungato di calzature non ergonomiche, come scarpe troppo rigide o prive di supporto plantare, può alterare la distribuzione del carico e provocare fastidi a lungo termine.
Altri fattori frequenti sono:
- Distorsioni e traumi acuti (soprattutto nella zona della caviglia);
- Infiammazioni tendinee, come la tendinite achillea o quella tibiale posteriore;
- Problemi articolari, come l’artrosi o l’artrite reumatoide;
- Fascite plantare, una condizione dolorosa che colpisce la base del piede;
- Problemi circolatori, che possono causare pesantezza, gonfiore e dolore, soprattutto verso sera.
In presenza di dolore ricorrente, è fondamentale valutare anche il grado di attività fisica, eventuali patologie sistemiche, come il diabete, o la presenza di piedi piatti o cavi, che alterano la biomeccanica del passo.
Identificare precocemente la causa permette di intraprendere un percorso terapeutico mirato, evitando che
Dolore alla caviglia: segnali da non sottovalutare
La caviglia è una delle articolazioni più sollecitate del corpo umano e, proprio per questo, spesso soggetta a sovraccarichi, traumi e infiammazioni. Un dolore localizzato alla caviglia non va mai trascurato, soprattutto se si manifesta in modo persistente o associato a gonfiore, instabilità o difficoltà nel carico del peso corporeo.
Come si può leggere in questo approfondimento sul dolore alla caviglia, le cause possono essere numerose.
Le distorsioni rappresentano la causa più frequente, soprattutto in ambito sportivo o nei movimenti quotidiani bruschi su superfici irregolari. In questi casi, il legamento viene stirato o, nei casi più gravi, lesionato, dando origine a dolore acuto, edema e difficoltà di deambulazione.
Tuttavia, non tutti i dolori alla caviglia derivano da traumi evidenti. In alcuni casi, possono essere il segnale di infiammazioni tendinee, come la tendinite del peroneo, o di condizioni croniche come l’artrosi, che si manifesta con rigidità mattutina e dolore che peggiora nel corso della giornata.
Anche problemi di instabilità articolare, spesso legati a precedenti distorsioni non correttamente trattate, possono generare dolore e aumentare il rischio di recidive. In presenza di questi sintomi, è importante agire con tempestività.
Cosa fare se il dolore persiste: diagnosi e trattamento
Quando il dolore a piedi o caviglie non si risolve spontaneamente nell’arco di pochi giorni o tende a ripresentarsi con frequenza, è fondamentale rivolgersi a un medico per un’accurata diagnosi. Solo una valutazione clinica approfondita, eventualmente supportata da esami strumentali come radiografie, ecografie o risonanze magnetiche, può individuare con precisione la causa del disturbo.
Il trattamento varia in base all’origine del dolore. Nelle forme acute, come una distorsione o una tendinite, si ricorre spesso al protocollo R.I.C.E. (Rest, Ice, Compression, Elevation), associato a farmaci antinfiammatori. In questi casi, i FANS topici in gel possono rappresentare un’opzione utile per agire localmente sull’infiammazione e ridurre il dolore, minimizzando gli effetti collaterali sistemici rispetto agli antinfiammatori orali.
In presenza di condizioni croniche o degenerative, come l’artrosi, è possibile intervenire con:
- Esercizi di fisioterapia per il recupero della mobilità e della forza;
- Plantari ortopedici per correggere disallineamenti;
- Trattamenti infiltrativi, nei casi più avanzati;
- Modifiche dello stile di vita, per ridurre il carico articolare (es. perdita di peso, calzature adeguate).
L’intervento precoce è fondamentale: trascurare il dolore o affidarsi esclusivamente all’automedicazione può peggiorare la situazione e allungare i tempi di recupero.